Home Linee Guida Anche Salerno sull’applicazione dell’affidamento condiviso: dal concetto di residenza privilegiata alla partecipazione dei genitori alla quotidianità dei figli

Anche Salerno sull’applicazione dell’affidamento condiviso: dal concetto di residenza privilegiata alla partecipazione dei genitori alla quotidianità dei figli

di Sara Pezzuolo

Dopo le Linee Guida di Perugia Brindisi anche Salerno si esprime sull’applicazione dell’affidamento condiviso con una nota del dott. Giorgio Jachia Coordinatore della Prima Sezione Civile del Tribunale. Nella nota redatta, partendo dalla risposta giurisdizionale, si analizzano i diversi aspetti che sono fonte di “confusione” nell’applicazione dell’affidamento condiviso e, passo dopo passo, si perviene ad ipotizzare l’utilizzo di nuove terminologie più consone al dettato normativo. L’auspicio è che concretamente la responsabilità bigenitoriale sia affidata ad entrambi genitori con “l’attribuzione ad entrambi i genitori di momenti (quand’anche differenti) di partecipazione alla quotidianeità dei figli….”.

Quindi, partendo dal fatto che la condivisione delle esperienze è l’elemento essenziale della relazione genitore-figlio “… non può non essere formulata la proposta di : 1) utilizzare una terminologia più aderente al dettato normativo e più idonea a perfomare nelle famiglie la bigenitorialità 2) individuare in concreto l’interesse di ogni singolo minore; 3) ripartire sempre alcuni compiti di cura del minore (anche per controbilanciare eventuali minori presenze); 4) determinare in maniera significativa il tempo e le modalità della presenza presso ciascun genitore in funzione delle pari opportunità di accesso del minore ai genitori. Attribuire il 20% del tempo mensile o non stabilire compiti di cura vuol dire allontanare un genitore dalla quotidianità del bambino con effetti irrimediabili sulla relazione genitoriale e sulla crescita psicologica del minore. Non è certo impossibile evitare di utilizzare termini equivoci che hanno assunto plurimi significati nel corso del tempo e che ingenerano false aspettative di prevalenza come ad esempio “collocatario” ed invece descrivere specificatamente i tempi attributi al padre ed alla madre”.